La città della sposa
E sono qui, con l’idea di scrivere due righe sulla mia città e già mi si stringe il cuore..
Scrivo qualcosa di “istituzionale” su L’Aquila .. sul suo numero 99 ecc.. o scrivo qualcosa di mio?
No no, scrivo qualcosa di mio.. mi manca troppo L’Aquila per non dedicarle un paio di pensieri.
E’ già L’Aquila bella mè.. quante volte ho parlato male di te..quante volte t'ho odiata perché non c'era niente da fare.. perché mi annoiavo.. quante volte ho fatto in modo di scappare via e poi alla fine ci sono pure riuscita.. io che per tutti sono sempre stata quella con la voglia di evadere, che doveva fare, dire.. trovare di più, qualcosa di meglio...
Oggi si, mi manchi.
Mi manca… quando uscivo e potevo andare in giro da sola anche di notte, perché le tue strade erano sicure e tu mi proteggevi.
Mi manca la solidità della gente, che un tempo chiamavo ottusa o limitata. Oggi preferisco definirla solida e ferma, che quando a una cosa ci crede..ci crede veramente. E basta.
Mi manca pure il dialetto: "jemo, dicemo, facemo, temè, quatrà, 'ngulo ju top, ma jaamooo, sci sci..."
Dice che t’ho tradito bella mè, andandomene e non festeggiando le mie nozze lì da te..
Ma ti ho tradito con il mio amore e il futuro con lui è tutto da scrivere…
Però io sono aquilana.. e mi porto dentro il mio passato. Ai miei figli insegnerò i canti popolari, insegnerò che quando la sera di inverno il cielo è stellato..allora vuol dì che domà scrocchia na jelata, insegnerò che le radici sono umili, ma radicate nella terra.
..tu che mi sci viste nasce..tu che mi sci viste cresce…L’Aquila bella mè..te vojio revedè…
LeMieNozze.it
